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Le giornate cominciavano ad allungarsi: col suo ciclomotore, dopo il lavoro, Marcovaldo si spingeva ad esplorare il fiume nel suo corso a monte della città e i fiumicelli suoi affluenti. Lo interessavano soprattutto i tratti in cui l’acqua scorreva più discosta dalla strada asfaltata.

Una volta si smarrì: girava per le ripe cespugliose e scoscese, e non trovava più alcun sentiero, né sapeva più da che parte fosse il fiume: ad un tratto, spostando certi rami, vide, a poche braccia sotto di sé, l’acqua silenziosa – era uno slargo del fiume, quasi un piccolo calmo bacino – di un colore azzurro che pareva un laghetto di montagna.

L’emozione non gli impedì di scrutare giù tra le sottili increspature della corrente. Ed ecco la sua ostinazione era premiata! Un battito, il guizzo inconfondibile di una pinna a filo della superficie, e poi un altro, un altro ancora, una felicità da non credere ai suoi occhi: quello era il luogo di raccolta dei pesci di tutto il fiume, il paradiso del pescatore, forse ancora sconosciuto a tutti tranne a lui. Tornando si fermò ad incidere segni sulla corteccia degli olmi, e ad ammucchiare pietre in certi punti, per poter ritrovare il cammino.

Ora non gli restava che farsi l’equipaggiamento. Veramente aveva un progetto: tra i vicini di casa e il personale della ditta aveva già individuato una decina d’appassionati della pesca, riuscì a farsi prestare un po’ dall’uno un po’ dall’altro un arsenale da pescatore il più completo che si fosse mai visto.

A questo punto non gli mancava nulla: canna, lenza, ami, esca, retino, stivaloni, sporta; una bella mattina, due ore di tempo – dalle sei alle otto – prima d’andare a lavorare, il fiume con le tinche... Poteva non prenderne? Difatti: bastava buttare la lenza e ne prendeva; le tinche abboccavano prive di sospetto. Visto che con la lenza era così facile, provò con la rete: erano tinche così ben disposte che correvano nella rete a capofitto.

 

adattato da I. Calvino, Marcovaldo, Einaudi 

Disegno di Ardi (J.H. Matternes)    Questo individuo, era di sesso femminile, pesava all’incirca 50 chilogrammi ed era alto circa 120 centimetri.

Il più antico antenato “umano”: Ardi

OTTOBRE 1, 2009

Dopo 17 anni di studi è stato rivelato su Science il più antico e completo scheletro di un potenziale antenato umano, chiamato Ardipithecus ramidus e noto come “Ardi”.

L’ominide di 4.4 milioni di anni apre un nuovo capitolo sull’evoluzione umana perchè “è tanto prossima a quanto siamo mai venuti a scoprire sull’ultimo antenato comune degli scimpanzé e degli umani”, dice il co-direttore del progetto Tim White. Che aggiunge: “Questo non è un comune fossile. Non è uno scimpanzé. Non è un essere umano. Ci mostra cosa eravamo.”

L’effettivo ultimo antenato comune fra noi e gli scimpanzé, ovvero “l’anello mancante”, probabilmente visse fra i 5 e i 10 milioni di anni fa, perciò Ardi si trovava fra quella ancora sconosciuta specie e l’australopiteco (la famosa Lucy è di 3.2 milioni di anni). E siccome sia l’Ardipitico sia l’Australopiteco sono stati trovati nello stesso sito (nella depressione di Afar in Etiopia), White avanza l’ipotesi che dal primo discenda il secondo, e da questo l’essere umano.

Sono due le caratteristiche che indicano la distanza che prese Ardi dalle altre scimmie:

  • la possibilità di camminare su due piedi. Il prof. Owen Lovejoy sospetta che i maschi fossero legati a specifiche femmine, aiutandole a raccogliere e a portare cibo. La necessità di avere le mani libere avrebbe favorito i maschi bipedi. Anche le femmine si evolvettero in questo senso per il bisogno di educare e trasportare i “bambini”.
  • la riduzione dei canini. Lovejoy li chiama “armi di aggressione” e suggerisce che i maschi di Ardipithecus non fossero ostili l’un l’altro quanto lo sono gli scimpanzé odierni, dotati di grandi canini.

La linea del tempo: la Preistoria

 

2.000.000 di anni fa

Inizia il Paleolitico

Homo habilis

 

L'uomo:

  • raccoglie bacche e frutta - caccia piccoli animali;
  • vive nelle caverne.

 

1.500.000 anni fa

Homo erectus

 

 

L'uomo:

  • raccoglie bacche e frutta caccia piccoli animali;
  • costruisce le prime capanne;
  • scopre il fuoco.

 

200.000 anni fa

Homo sapiens

 

L'uomo:

  • raccoglie bacche e frutta - vive di caccia e di  pesca;
  • costruisce capanne con le pelli degli animali;
  • seppellisce i morti.

 

35.000 anni fa

Homo sapiens sapiens

 

L'uomo:

  • raccoglie bacche e frutta pesca - vive soprattutto di caccia;

 

10.000 anni fa

Inizia il Mesolitico

 

 

L'uomo:

 

8.000 anni fa

Inizia il Neolitico

L'uomo:

  • diventa sedentario;
  • vive nei villaggi;

 

Tra il 6000 e il 1500 a.C.

Età dei metalli

L'uomo:

  • impara a fondere i metalli;

 

La linea del tempo della Preistoria

 

 

 

 


 

 

 

 

 


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